NINETTA PIERANGELI E IL SEGRETO DELL’IMMAGINE MISTERIOSA


“Aprendo la nicchia, forse si sarebbe potuto risolvere il mistero: l’affresco era davvero uscito da sé dalla roccia o qualcuno, e quando, lo aveva dipinto?”

Un mistero che avrebbe condotto la giovane archeologa, Elena, direttamente al 410 d.C., tra le vicende di una famiglia patrizia in fuga da una Roma decadente invasa dai barbari, che trovò rifugio proprio qui, nell’asperità di questo luogo che è Vallepietra, a pochi passi dall’antica Subiaco.

Cosa lega la sacralità di un tempio cristiano, sorto all’interno di una grotta, e meta di fervido pellegrinaggio, con una famiglia patrizia in fuga?

Cosa si nasconde dietro l’affresco sacro dipinto sulla roccia, rappresentante l’immagine della SS. Trinità? Questi ed altri misteri sono il fil rouge attraverso cui si dipana questo interessante racconto, “L’immagine misteriosa”, l’ultima fatica letteraria di Ninetta Pierangeli, edita da Augh!.

Una storia agile, ricca di colpi di scena, in cui Ninetta Pierangeli sapientemente mescola il mistero e l’archeologia, la storia di un mondo antico e la modernità dell’attuale, le vicende della famiglia patrizia che scolorano nelle storie di Elena, la giovane archeologa.

Un mix letterario così equilibrato quello creato dall’autrice, che coinvolge sin da subito il lettore, e lo trascina in questa avvincente ricerca della verità che si cela dietro il sacro affresco, ripercorrendo, sotto il faro della voglia di capire e conoscere, gli antichi passi, sulle orme della famiglia romana in fuga dai nemici, che qui trovò sicuro rifugio e non solo.

A far da palcoscenico a questa storia, il Santuario di Vallepietra, un piccolo paesino di poche anime arroccato sui monti, che per sette mesi l’anno diventa centro focale di un intenso pellegrinaggio.asasas

Un santuario sorto tra la natura selvaggia e rigogliosa, nel silenzio ascetico che offrono le montagne, sulla sommità di esse, quasi a voler toccare il divino.

Nel santuario, all’interno di una grotta, è conservato un antico dipinto, raffigurante l’immagine sacra della SS. Trinità, ma non secondo l’iconografia canonica: “tre raffigurazioni di Cristo una accanto all’altra, che tutte insieme rappresentano la Santissima Trinità. ‘Chi vede me, vede il Padre’. Probabilmente questo tipo di raffigurazione della Santissima Trinità derivava da queste parole di Gesù. Il Padre identico al Figlio e lo Spirito Santo identico al Padre e al Figlio. Questo tipo di immagine era comune nella iconografia orientale a cavallo tra il primo e il secondo millennio. Ma l’affresco di Vallepietra probabilmente era precedente a quell’epoca. Dunque, esattamente quando andava datato? E poi, chi dall’Oriente aveva portato sui monti del Lazio quel modo di raffigurare il mistero di Dio? Insomma, chi aveva dipinto l’affresco? E in che epoca?”.

Una leggenda medievale narra di un pastore che mentre arava il terreno, improvvisamente cadde da un precipizio e si ritrovò miracolosamente su un ripiano e alzando gli occhi vide i suoi buoi inginocchiati di fronte alla miracolosa immagine dipinta; un’altra leggenda, invece, ambientata in epoca romana, racconta di due uomini in fuga dalle persecuzioni di Nerone, che trovarono rifugio qui sul Monte Autore, e qui incontrarono San Pietro e San Paolo; ai quattro uomini apparve un angelo che offrì cibo e acqua, sgorgata miracolosamente dalla roccia; al loro risveglio trovarono la sacra immagine dipinta sulla roccia, a testimonianza del miracolo avvenuto.

Due leggende, queste, che raccontano dell’intercessione divina, ma non spiegano la natura del dipinto stesso, apparso dal nulla su quel costone di roccia.

Elena s’imbatterà su una nicchia nascosta su quella roccia, sul mistero che quella nicchia cela: un mistero che la condurrà nella Roma antica, durante l’invasione di Alarico, sulle tracce del Senatore Marco, in fuga con tutta la sua famiglia dai barbari invasori. Troverà rifugio qui sul Monte Autore, vivendo una vita più povera, più umile, e forse, anche più vera, perché priva degli agi e delle opulenze che gli garantivano il suo status sociale.

Tornerà a Roma, ma prima di morire tornerà al Monte Autore, per rivedere, in questo suo ultimo viaggio, il luogo che lo ha difeso e protetto, quando intorno a lui infuriava la bufera.

E le vicende del Senatore Marco si mescolano, attraverso salti temporali, con le vjcende della giovane ricercatrice, gihnta qui per scoprire qualcosa che ancora non si conosce su un affresco, ma scoprirà qualcosa di se, del suo vivere, della sua esistenza, che muterà ogni sua prospettiva e le cambierà il corso della sua vita.

Potere di quel misticismo che emana questo luogo così selvaggio, ma così vero; potere di quell’immagine apparsa nella notte dei tempi, sulla roccia per rischiarare la vita di chi vive tra gli affanni e le incertezze; potere della Santissima Trinità: “Unico Dio in Tre Persone, Dio nascosto, ma vicinissimo ad ognuno di noi”.

 

Raffaele Zoppo

 

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